Può succedere che a volte i cani mettano in bocca e a volte addirittura mangino materiali non commestibili, quali indumenti, piccoli oggetti, fazzoletti, ecc. Questo comportamento, detto anche pica, può avere diverse motivazioni che vanno comprese a fondo prima di poterlo risolvere.

Come fare per capire perché i cani mangiano i calzini e altri oggetti non commestibili? Per prima cosa bisogna valutare l’età del cane. I cuccioli, infatti, sono molto curiosi e giocherelloni ed è normale alla loro età esplorare l’ambiente usando la bocca. Esattamente come i bambini piccoli mettono in bocca tutto, anche i cuccioli e i cani giovani tendono a mettere in bocca gli oggetti che scoprono in casa o per strada. Questo comportamento è del tutto normale e fa parte della normale crescita del cucciolo, anche se, a furia di mettere in bocca, qualcosa può essere ingerito per errore.

i cani mangiano i calzini

Cosa fare se il cane mangia calzini da adulto?

Man mano che il cane cresce, però, questo comportamento può continuare a manifestarsi. In alcuni casi, il cane non mangia effettivamente quello che ruba ma si limita a distruggerlo e mordicchiarlo. In questi casi bisogna valutare se il comportamento è legato ad una fonte di stress o si tratta della normale necessità del cane di masticare. È importante infatti che i cani abbiano la possibilità di masticare e mordicchiare regolarmente utilizzando materiali e cibi sicuri e naturali. La masticazione è infatti un comportamento fisiologico per il cane, che, se non adeguatamente soddisfatto, si può riversare su oggetti inappropriati.

In altri casi il cane effettivamente ingerisce gli oggetti che prende in bocca. In questi casi bisogna innanzitutto valutare la presenza di cause mediche, quali patologie gastroenteriche o disturbi metabolici. Quindi, in tutti i casi in cui in cui il cane ingerisce abitudinariamente oggetti o materiali non commestibili, è necessario svolgere una visita veterinaria con un gastroenterologo, per valutare la presenza di patologie sottostanti.

Federica Pirrone, Mariangela Albertini, Patrizia Piotti ricercatori dell’UNIMI Veterinaria